Questa è una domanda che forse molte persone che
sono state diagnosticate portatrici sane di una malattia autosomica recessiva
si sono poste. Si saranno domandati: come portatore sano, sono davvero libero
da malattia? La risposta è nella maggior parte dei casi sì. Specialmente i
portatori di malattie metaboliche (tipicamente dovute a deficit enzimatici) restano
completamente asintomatici per tutta la vita, senza avere un rischio aumentato
per la patologia in questione o altre patologie. Esistono tuttavia alcune
eccezioni. Partendo dal presupposto che il termine portatore sano sta proprio
ad indicare che il soggetto non è affetto, si può comunque sottolineare come
per alcune malattie i portatori sani possano (1) avere segni sfumati della
malattia (si tratta in genere di segni o sintomi molto lievi, praticamente
visibili solo ad un medico esperto della patologia grazie ad indagini
diagnostiche accurate), (2) sviluppare sintomi in determinate condizioni o (3) mostrare
tratti di suscettibilità a patologie facenti parte dello spettro
sintomatologico della malattia calssica. Vediamo degli esempi concreti per
tutti e tre i casi:
(1)
Esistono
malattie che possono essere tramsesse sia con modalità autosomica dominante che
con modalità autosomica recessiva. In
questi casi è possibile che nelle famiglie in cui si manifesta la tramissione
autosomica recessiva anche gli eterozigoti possano avere segni sfumati della
malattia. Ad esempio, è stato recentemente suggerito che i portatori eterozigoti
di mutazioni missenso nel gene RPE65 possano essere esaminati per la ricerca di
segni sfumati di patologia oculare, poichè una singola mutazione missenso è
stata dimostrata essere la causa di ritenite pigemntosa autosomica dominante in
una famiglia. Il concetto è: se, in alcuni casi, anche una sola mutazione può
dare la malattia, è possibile che anche nelle famiglie in cui la malattia segrega
con modalità autosomica recessiva, gli eterozigoti abbiano qualche segno sfumato.
(2)
Nel
caso dell’anemia falciforme i soggetti portatori sani (coloro cioè che hanno il
cosiddetto sickle-cell trait) presentano
vantaggi e svantaggi. Il vantaggio consiste nell’avere una maggiore resistenza
all’infezione malarica (cosa che, in regioni dove tale infezione è endemica,
non è da poco). Tuttavia, in particolari condizioni, possono presentarsi alcune
complicanze: in alcuni individui possono presentarsi fenomeni vaso-occlusivi in
caso di esercizio fisico intenso, disidratazione o alle elevate altitudini.
Inoltre i portatori sani di anemia falciforme possono mostrare una ridotta capacità
di concentrazione renale, per la quale possono occasionalmente presentare
fenomeni di microematuria, che sembra correlare ad un aumentato rischio di
carcinoma midollare del rene (quest ultimo è un tumore molto raro che tende a
presentarsi quasi esclusivmante nei portatori sani di anemia falciforme). Il sickle-cell trait può inoltre essere
associato a una maggiore incidenza di fenomeni di tromboembolismo venoso.
(3)
Nell’atassia
teleangectasia la malattia si rende clinicamente manifesta soltanto nei
soggetti con entrambi gli alleli mutati. Tuttavia, i genitori protatori sani
presentano un rischio aumentato di tumore. Caratteristica della atassia
teleangectasia è infatti la suscettibilità al danno del DNA da radiazioni
ionizzanti. Il rischio di tumore per il portatori sani di atassia
teleangectasia sembra essere aumentato di circa 4 volte rispetto a quello della
popolazione generale, in particolare a causa del rishcio di tumore al seno.
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