martedì 10 settembre 2013

I PORTATORI SANI SONO SEMPRE SANI?

Questa è una domanda che forse molte persone che sono state diagnosticate portatrici sane di una malattia autosomica recessiva si sono poste. Si saranno domandati: come portatore sano, sono davvero libero da malattia? La risposta è nella maggior parte dei casi sì. Specialmente i portatori di malattie metaboliche (tipicamente dovute a deficit enzimatici) restano completamente asintomatici per tutta la vita, senza avere un rischio aumentato per la patologia in questione o altre patologie. Esistono tuttavia alcune eccezioni. Partendo dal presupposto che il termine portatore sano sta proprio ad indicare che il soggetto non è affetto, si può comunque sottolineare come per alcune malattie i portatori sani possano (1) avere segni sfumati della malattia (si tratta in genere di segni o sintomi molto lievi, praticamente visibili solo ad un medico esperto della patologia grazie ad indagini diagnostiche accurate), (2) sviluppare sintomi in determinate condizioni o (3) mostrare tratti di suscettibilità a patologie facenti parte dello spettro sintomatologico della malattia calssica. Vediamo degli esempi concreti per tutti e tre i casi:

(1)    Esistono malattie che possono essere tramsesse sia con modalità autosomica dominante che con  modalità autosomica recessiva. In questi casi è possibile che nelle famiglie in cui si manifesta la tramissione autosomica recessiva anche gli eterozigoti possano avere segni sfumati della malattia. Ad esempio, è stato recentemente suggerito che i portatori eterozigoti di mutazioni missenso nel gene RPE65 possano essere esaminati per la ricerca di segni sfumati di patologia oculare, poichè una singola mutazione missenso è stata dimostrata essere la causa di ritenite pigemntosa autosomica dominante in una famiglia. Il concetto è: se, in alcuni casi, anche una sola mutazione può dare la malattia, è possibile che anche nelle famiglie in cui la malattia segrega con modalità autosomica recessiva, gli eterozigoti abbiano qualche segno sfumato.
(2)    Nel caso dell’anemia falciforme i soggetti portatori sani (coloro cioè che hanno il cosiddetto sickle-cell trait) presentano vantaggi e svantaggi. Il vantaggio consiste nell’avere una maggiore resistenza all’infezione malarica (cosa che, in regioni dove tale infezione è endemica, non è da poco). Tuttavia, in particolari condizioni, possono presentarsi alcune complicanze: in alcuni individui possono presentarsi fenomeni vaso-occlusivi in caso di esercizio fisico intenso, disidratazione o alle elevate altitudini. Inoltre i portatori sani di anemia falciforme possono mostrare una ridotta capacità di concentrazione renale, per la quale possono occasionalmente presentare fenomeni di microematuria, che sembra correlare ad un aumentato rischio di carcinoma midollare del rene (quest ultimo è un tumore molto raro che tende a presentarsi quasi esclusivmante nei portatori sani di anemia falciforme). Il sickle-cell trait può inoltre essere associato a una maggiore incidenza di fenomeni di tromboembolismo venoso.
(3)    Nell’atassia teleangectasia la malattia si rende clinicamente manifesta soltanto nei soggetti con entrambi gli alleli mutati. Tuttavia, i genitori protatori sani presentano un rischio aumentato di tumore. Caratteristica della atassia teleangectasia è infatti la suscettibilità al danno del DNA da radiazioni ionizzanti. Il rischio di tumore per il portatori sani di atassia teleangectasia sembra essere aumentato di circa 4 volte rispetto a quello della popolazione generale, in particolare a causa del rishcio di tumore al seno.

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