giovedì 10 ottobre 2013

MALATTIA DI CANAVAN: TEST BIOCHIMICO, TEST GENETICO E DIAGNOSI PRENATALE (2)

[...leggi la prima parte] ...mutazioni missenso, ma anche di mutazioni nonsenso, mutazioni di splicing e piccole delezioni o inserzioni che alterano il frame di lettura. Non mancano anche le delezioni di grandi dimensioni che possono includere uno o più esoni o addirittura l’intero gene, la cui presenza (sia in omoziogsi che in eterozigosi composta con una mutazione puntiforme) si associa sempre al fenotipo più grave (forma infantile). Anche queste mutazioni, se in omozigosi, sono rilevabili dalla mancata amplificazione prima della reazione di sequenziamento (fallimento della PCR), mentre in eterozigosi composta con una mutazione puntiforme, per essere rilevate, richiedono l’esecuzione del test per delezioni/duplicazioni (tramite MLPA o qPCR). Fino ad ora non sembrano siano state descritte grosse duplicazioni o inserzioni. L’elevata prevalenza della malattia nella popolazione degli ebrei Ashkenaziti è dovuta alla presenza di tre mutazioni particolarmente frequenti in questo gruppo etnico: p.Glu285Ala, p.Tyr231* e p.Ala305Glu (quest’ultima è frequente anche in altri gruppi etnici). La forma giovanile (lieve) della malattia è invece comunemente associata all’eterozigosi composta fra una mutazione “grave“ e una mutazione “lieve“. Le mutazioni lievi sono p.Tyr288Cys, p.Arg71His e p.Pro257Arg.

DIAGNOSI PRENATALE

L’approccio migliore per la diagnosi prenatale nelle coppie a rischio (che sono le coppie di portatori sani che hanno già concepito un figlio affetto o le coppie formate da un portatore sano e da un individuo del quale non si sappia se sia portatore o meno) è rappresentato dal test genetico. Tuttavia, per poter procedere al test genetico nel feto è necessario conoscere in anticipo le mutazioni che segregano nella famiglia. Laddove le mutazioni non siano note, è possibile considerare anche il test prenatale biochimico, che consiste nel dosaggio dell’NAA nel liquido amniotico prelevato fra la 16a e la 18a settimana. È bene tuttavia ricordare che i test biochimici prenatali rappresentano in genere un approccio di seconda scelta rispetto al test genetico, poichè l‘indefinitezza dei valori che differenziano un individuo affetto da un individuo portatore sano può a volte creare problemi nell’interpretazione clinica di valori borderline del liquido amniotico. Con particolare riferimento al dosaggio dell’NAA nel liquido amniotico, va inoltre ricordato che tale test non è facilmente accessibile, poichè solo pochi laboratori specializzati sono in grado di offrirlo.